La nostra storia

La Congregazione delle Ministre degli Infermi di San Camillo nasce ufficialmente a Lucca il 5 agosto 1841 dall’Opera pia della Madre Fondatrice Beata Maria Domenica Brun Barbantini la quale, nel corso della sua amorevole vita, ha un incontro determinante: quello con i Frati Camilliani ed in particolare l’opera del loro fondatore San Camillo de Lellis (da qui il nome di Camilliane).

È un incontro di fondamentale importanza: il padre Antonio Scalabrini ravvisa nel Carisma della Barbantini  le singolari somiglianze con quello del proprio fondatore, San Camillo de Lellis. La incoraggia, quindi, e le promette aiuto nelle difficoltà.

Maria Domenica Brum Barbantini

Maria Domenica nasce a Lucca il 17 gennaio 1789 da Pietro Brun e da Giovanna Granucci. Di carattere aperto e intelligente, trascorre felicemente la prima infanzia tra le cure della madre e la rigida educazione paterna.

All’età di 21 anni sposa l’amato Salvatore Barbantini, un bravo giovane lucchese, che purtroppo muore improvvisamente cinque mesi dopo le nozze lasciando tragicamente sola Maria Domenica già in attesa di un figlio.

Il 14 febbraio 1812 nasce Lorenzo Pietro, Lorenzino come affettuosamente lo chiama la madre. Da quel momento, Maria Domenica vive solo per il figlio. Le sue condizioni economiche sono tutt’altro che brillanti: Salvatore, alla sua morte, le aveva lasciato scarsi beni. Come la stessa Maria Domenica scriverà nella sua autobiografia, farà tutti i possibili sacrifici per rendere più sicura la vita del figlio.

Ma un’altra prova attende la giovane vedova: Lorenzino, il figlio amatissimo che era tutta la sua consolazione, muore quasi improvvisamente, colpito da grave malattia, all’età di soli otto anni.

La povera madre è sconvolta: «Non so come non perdessi il senno», scrive lei stessa e, mentre il suo cuore straziato piange, ancora una volta ella trasforma in offerta quel dramma indicibile: «Guardavo il cielo – afferma – e oppressa dal dolore, replicavo l’offerta di quell’unico amato  figlio e dell’eccessivo mio dolore».

Da un matrimonio infranto e da una maternità spezzata, Maria Domenica seppe elevarsi attraverso l’abbandono totale a Dio ad una sponsalità cristica totale e ad una maternità spirituale ed universale. D’ora in poi, il suo cuore materno sarebbe bruciato d’amore, di tenerezza e di cure per i malati poveri e soli, per gli abbandonati, per i morenti.

Affascinate dall’esempio eroico di carità della Barbantini, alcune giovani si unirono a lei col desiderio di condividerne lo spirito e la missione, e il 23 gennaio 1829, Maria Domenica dà inizio alla prima comunità delle “Sorelle oblate infermiere”. Esse avevano un solo ideale: “Visitare, assistere servire il Dio umanato, agonizzante nell’orto o spirante sopra la croce, nella persona delle inferme povere e moribonde” (dalle regole manoscritte di M.D. Barbantini). E tutto ciò “con un cuore ardente della carità di Cristo ”(ivi).

Ella educò le figlie a vivere la vocazione ricevuta, fino al dono della vita: disponibili sempre al martirio della carità. Per questo, nelle sue Regole scrive: “Serviranno Nostro Signore Gesù Cristo nella persona delle inferme, con generosità e purità d’intenzione, pronte sempre ad esporre la propria vita per amore di Cristo morto sopra una croce per noi”.

La testimonianza evangelica di carità della Fondatrice e delle figlie, indusse mons. Domenico Stefanelli, arcivescovo di Lucca, ad approvare ufficialmente le Regole e l’Istituto, a soli dodici anni dalla nascita della prima comunità, e ciò avvenne il 5 agosto 1841. Nasceva ufficialmente la nostra congregazione.

Durante l’epidemia di colera che colpì Pescia nel 1855 l’arcivescovo Arrigoni consentì alle religiose della Barbantini, accorse a prestare soccorso ai contagiati, di indossare sull’abito la croce tané, una croce rossa già simbolo dei chierici camilliani.

Nella sua lunga vita, Maria Domenica cercò unicamente “la volontà di Dio e la sua maggior gloria”. Nel suo cammino di configurazione a Cristo, assaporò l’amarezza della calunnia, che accolse: “pregando, perdonando, e amando i suoi persecutori”. Dedicò tempo e fatiche alla formazione spirituale e carismatica delle figlie.

Morì a Lucca il 22 maggio 1868, lasciando l’Istituto piccolo nel numero, ma forte nello spirito, generoso nel servizio ai malati.

Il 07 maggio 1995, in piazza S. Pietro, Giovanni Paolo II ha proclamato solennemente “Beata” Maria Domenica Brun Barbantini, indicandola al mondo quale testimone autentica “di un amore evangelico concreto per gli ultimi, gli emarginati, i piagati; un amore fatto di gesti di attenzione, di cristiana consolazione, di generosa dedizione e di instancabile vicinanza nei confronti degli ammalati e dei sofferenti”.

Le figlie di Maria Domenica rimasero, per lungo tempo, ad esprimere il loro ministero, nel territorio della città e provincia di Lucca, ma con l’approvazione Pontificia, ottenuta il 1°dicembre 1929, esse hanno potuto espandersi in Italia ed all’estero.

“Unite in carità”, viviamo in comunità costruendo la comunione fra noi, nella concordia, nella pace, nella gioia e nell’amore vicendevole, contribuendo ad edificare il senso di appartenenza.

LE NOSTRE PREGHIERE