“Opera il bene e confida in Dio”
1 Tim 6,18
Ho terminato da pochi giorni la mia permanenza a Lucca tra le nostre Sorelle in Casa Betania, l’infermeria della nostra provincia Italiana, e desidero condividere la mia esperienza in questi 55 giorni di quarantena e d’isolamento a causa del coronavirus che ha colpito la comunità.
La comunità era composta da 22 Sorelle fino al 24 marzo, giorno in cui morì improvvisamente, a causa del Covid-19, la consorella Sr. Letizia Remedi.
Quel giorno iniziò il calvario, la sofferenza fisica e morale della comunità: il 27 marzo furono fatti i tamponi a tutte le Sorelle, e il giorno successivo ci informarono dell’esito dei test: 17 Sorelle positive e solamente 4 negative al virus.
Sister Gemma relate the Coronavirus experience at Casa Betania (Download PDF)
Le positive furono immediatamente messe in quarantena e in isolamento. Oltre che nel fisico questo virus colpì il loro stato d’animo generando smarrimento, paura della morte, angoscia, disorientamento e incertezza per il futuro.
Dopo aver appreso la notizia della situazione della comunità di Casa Betania mandai immediatamente un messaggio a Madre Lauretta per informarla della mia disponibilità: “Madre, per qualsiasi cosa IO CI SONO”.
Non potevo rimanere inerte e sentivo che dovevo rispondere subito a questa emergenza in casa nostra.
La comunità non sapeva come affrontare questa drammatica situazione, essendo state colpite anche le Sorelle che assistono direttamente le Sorelle anziane ammalate.
Inoltre, eravamo amareggiate per l’abbandono da parte della cooperativa che, l’abbiamo capito in seguito, non poteva più inviare personale laico a coprire i turni di assistenza alle Sorelle. Era una vera e propria emergenza per tutte.
Partii senza indugio, accompagnata dalla Provinciale Sr. Juliana, domenica 29 marzo, ignara di cosa mi aspettava. L’unica cosa che sentivo era la fiducia nel Signore.
Sentivo nel profondo del mio cuore l’affetto e la preghiera di tutte le Sorelle della Congregazione nell’affrontare questa emergenza. Affidai al Signore tutto l’impegno da quel giorno in poi, mettendolo nelle mani premurose e nel cuore misericordioso della nostra Fondatrice Beata Maria Domenica. Chiesi luce, forza, coraggio, pazienza e perseveranza nella delicata assistenza alle Sorelle.
Le Sorelle si sentirono subito sollevate e incoraggiate dal mio arrivo. C’erano molto cose da fare e da attendere.
L’unico sentimento che prevaleva nell’intimo era legato a un pensiero che continuavo a ripetere: “Questa è la mia FAMIGLIA, OGNUNA DI QUESTE SORELLE MI APPARTIENE”. Con questo sentimento cominciai il servizio quotidiano alle Sorelle insieme a quelle che erano risultate negative e che generosamente, nonostante l’età avanzata, si sono prodigate in mille modi per combattere insieme questo “nemico invisibile”.
Il 30 marzo arrivarono Sr. Rebecca dalla casa generalizia (Roma) e Sr. Giuseppina, dalla comunità di Mondragone. Insieme organizzammo i nostri impegni perché dovevamo attendere a tutto: dall’assistenza diretta diurna e notturna, al mangiare e alla pulizia dell’ambiente, non essendosi presentato nessun personale di servizio. Quindi, con molta discrezione e tanta collaborazione, cercammo di fare tutto.
C’era un clima di comunione e ci siamo subito sentite in armonia tra di noi. Abbiamo cercato di rispondere alle esigenze delle Sorelle affette dal virus sostenendole fisicamente, moralmente e spiritualmente in questa dura prova. Dopo dieci giorni, ci ha raggiunto anche Sr. Purisima dalla comunità di Acireale e il suo arrivo ha completato la nostra squadra di assistenza. Siamo profondamente grate a Madre Lauretta e a Sr. Juliana per la cura e la premura nell’inviare Sorelle in soccorso alla comunità di Casa Betania.
Nonostante le giornate lunghe e impegnative sentivo dentro ognuna di noi una gioia inesprimibile e inspiegabile.
Sister Gemma relate the Coronavirus experience at Casa Betania (Download PDF)
Da dove nasceva quella gioia profonda? Nasceva dalla consapevolezza che, nonostante il momento di dura prova, il Signore ci vuole bene e desidera che davvero ci occupiamo delle cose importanti della vita. La pandemia che stiamo vivendo evidenzia l’importanza della relazione umana e autentica le une verso le altre, senza protagonismo ma nella piena collaborazione per il bene comune.
In quei giorni avevamo la consapevolezza di essere solo all’inizio, ma non sapevamo quando tutto avrebbe avuto fine. Una cosa era certa: ognuna dava il meglio di sé e ci sostenevamo a vicenda nelle fatiche quotidiane e nella preghiera.
C’era un forte sentimento di fiducia reciproca e questo ci dava coraggio e forza nel nostro impegno quotidiano.
Certamente abbiamo seguito le indicazioni sanitarie per affrontare l’emergenza di questa pandemia da coronavirus.
Giorno dopo giorno vedevamo migliorare le condizioni fisiche, morale e spirituali delle Sorelle. Tutte ce la mettevano tutta per guarire nonostante la difficoltà di vivere in quarantena.
Siamo testimoni di quanto le Sorelle pregavano e offrivano le loro sofferenze non solo per loro stesse, ma per il mondo intero in sofferenza per questa pandemia.
Come dice Papa Francesco: “la preghiera e il nostro servizio silenzioso: le nostre armi vincenti”. Così fu per tutte le Sorelle. Iniziavamo la nostra giornata con la celebrazione Eucaristica quotidiana in live streaming di Papa Francesco a Santa Marta e pregavamo in vari momenti della giornata.
Ogni giorno chiedevo la forza nella preghiera affinché potessimo portare a termine e in modo positivo la missione. Ringrazio di cuore per tutto l’affetto e la preghiera di tutte le Sorelle della Congregazione. Non ci siamo mai sentite sole. Tante persone, amici e familiari, dovunque ci hanno assicurato e mandato tantissimi messaggi e questo ci sollevava e ci consolava nella dura prova del virus. Ne siamo tutte grate e molto riconoscenti.
In particolare ringrazio l’Ambasciatore del Taiwan per la Santa Sede S.E. Sig. Matthew Lee, che personalmente si è recato di buon mattino a Lucca per portarci gli aiuti materiali, segno di affetto e di stima per le Sorelle. La nostra gratitudine anche alla sua carissima segretaria Sig.ra Begoña che faceva da tramite.
Il nostro grande GRAZIE al fratello Jacob Wong, Camilliano dalla provincia del Taiwan, che appena saputo la notizia della nostra emergenza, in coordinamento con il governo del Taiwan e gli aiuti internazionali per i disastri dei Camilliani, generosamente e con l’affetto di vero fratello ci ha fatto arrivare tantissimi dispositivi sanitari con le spedizioni e corrieri internazionali. Fratel Jacob ha pagato tutte le spese delle spedizioni. Il Signore vi ricompensi tutti largamente.
Un ringraziamento particolare anche al personale dell’ufficio igiene della sanità pubblica di Lucca che è stato prontamente disponibile a tutte le nostre richieste di aiuto. Per gli infermieri e gli operatori sanitari del distretto per i servizi resi alle nostre Sorelle, faccio mie le parole di Papa Francesco: “Il lavoro dell’assistenza richiede certamente riconoscimento, sostegno e innovazione. La pandemia ha dimostrato quanto l’assistenza sia fondamentale e strategica”. (cfr. La Vita dopo la Pandemia pag.12).
A tutte e a tutti indistintamente il nostro vivo e profondo GRAZIE!
Mentre le Sorelle continuavano la loro quarantena, dopo 29 giorni dal primo tampone per la presenza del Coronavirus, il 26 aprile arrivò per tutte il primo tampone di controllo: si cominciava a intravedere un raggio di luce e di speranza per un inizio della loro guarigione, anche se la strada era comunque ancora lunga. Come diciamo spesso: siamo fiduciose. E così è avvenuto… piano piano si sono fatti i vari tamponi di controllo e di guarigione.
Il 12 maggio abbiamo avuto la bellissima notizia delle prime 7 sorelle dichiarate guarite dal Covid-19. Eravamo piene di gioia e cominciavamo seriamente a vedere la speranza tanto attesa per la completa guarigione di tutte. Abbiamo rafforzato i nostri impegni di assistenza perché tutte insieme potessimo superare positivamente la prova del virus.
Finalmente sabato 23 maggio arrivò la comunicazione dalla sanità pubblica di Lucca per l’ultima consorella, la più anziana guarita dal coronavirus. Il nostro cuore era ricolmo di gioia e di gratitudine al Signore e alla nostra Fondatrice Beata Maria Domenica Barbantini per averci sostenute nella difficile prova e reso possibile la guarigione di tutte dal Covid-19.
Concludo chiedendomi quali lezioni di vita traggo dall’esperienza diretta del coronavirus.
- Faccio mie le parole di Papa Francesco: “da soli non ci possiamo salvare…non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”
- Il dono totale di sé per gli altri
- Il senso di appartenenza: alla Congregazione e alla famiglia umana in genere
- Lavorare in modo co-responsabile: no al protagonismo e al proprio tornaconto
- Amore alla vita fino all’ultimo
- Ridare fiducia e speranza
- La consapevolezza che il tempo di prova è anche il tempo di scelta su ciò che conta e ciò che passa.
- La preghiera come luogo d’incontro con il Signore
Un vivo e profondo GRAZIE a tutte/i per la fiducia. Sono grata per l’opportunità e l’esperienza vissuta con le Sorelle di Casa Betania. La considero la più bella e forte esperienza del carisma fatta finora nel mio percorso di vita religiosa. Grazie tante.
Fraternamente,
Gemma Aragoncillo
2 giugno 2020
Festa della Repubblica Italiana
Viareggio (LU)
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